Nei giorni scorsi presso la club house della Rugby Parma si è svolto un incontro dedicato a Giuseppe Cocconcelli a vent’anni dalla prematura scomparsa. Una bella serata realizzata dai suoi affezionati amici del Cai di Parma con la proiezione di tante evocative immagini fotografiche e spezzoni di filmati, oltre a numerosi interventi per ricordarne la figura.
Vulcanico, generoso e spiritoso, “Cocco” è rimasto nel cuore dei tanti che lo hanno conosciuto e che hanno condiviso con lui le sue passioni, l’ultima delle quali, la montagna, gli costò purtroppo la vita nel 2001. Esperto alpinista, guida alpina e soccorritore, triatleta e free climber, la sua prima passione fu in realtà il rugby, sport che praticò per anni, in giovanile prima e in serie A poi, vestendo la maglia della Rugby Parma e partecipando alla leggendaria formazione dei Parma-Lama di rugby a 7. Insieme a lui, tra gli altri, avevano giocato il cugino Bernardo Borri e l’amico Pietro Rusconi, attuali presidente, vice e DG gialloblù, ma anche, a stagioni alterne, il fratello Antonio, di poco più grande, che ricorda quando si allenavano nel campo che allora era in Cittadella: “In quelle serate gelide e piovose, un trequarti ala come me intirizziva nella partitella finale, con un campo brullo e pieno di buche fangose. Giuseppe giocava mediano di mischia e aveva adottato un’apertura di palla di 30-35 metri, dritta e tesa come un siluro, rapida come un missile (seconda solo a quella di Sandro Ghini). Gli piaceva lanciarmi dalla chiusa con una delle sue esplosive aperture. Peccato che gli fossi a due metri di distanza con le mani ghiacciate… Simpatica canaglia!”
In questa foto: Giuseppe Cocconcelli è il secondo accosciato da destra, Bernardo Borri il quinto in piedi da sinistra, Pietro Rusconi il nono in piedi
Nella foto in alto: Giuseppe Cocconcelli è il quinto accosciato da sinistra