Domenica 11 gennaio 2015, in occasione dell’incontro Rugby Parma vs Rugby Parabiago, il trofeo al miglior giocatore (la terza linea gialloblu Juan Martín Soffredini) è stato intitolato a Mario Pirazzoli per ricordare l’amico Mario scomparso nel 1966.
La storia rugbistica di Pirazzoli è la storia della Società gialloblu: insieme a Gianni Penzi e Pietro Zini, Mario Pirazzoli fondò infatti la Rugby Parma e fu “amore a prima vista”. Era il 1931 quando Pirazzoli (cestista), Penzi (cultore del salto in alto e portiere titolare del Parma calcio) e Zini (pesista) parteciparono a un meeting internazionale di atletica leggera a Torino dove ebbero l’occasione di incontrare il francese Boucheron, animatore del rugby torinese. Per i tre fu una vera e propria rivelazione, ne furono contagiati e rientrarono a Parma entusiasti e decisi a fondare nella città ducale una squadra di “pallaovale”. Divennero appassionati predicatori del rugby e riuscirono fin da subito a coinvolgere Giorgio Campanini, Giustino Fereoli (apertura geniale), Genesio Bonati (tallonatore e primo nazionale della Rugby Parma) e altri ancora. Aprì così i battenti l’Università parmense del rugby che, grazie alla costanza, all’entusiasmo e alla tenacia dei pionieri di quei tempi eroici, riuscì finalmente a sfondare il muro dell’indifferenza nella nostra città.
Già nel 1934, l’ottima tecnica dei giocatori della Rugby Parma, ai tempi si chiamava Guf Parma, si impose all’attenzione dei dirigenti federali che inviarono nella nostra città il tecnico francese Julien Saby, allenatore federale, considerato il “padre putativo” del rugby italiano. Gran parte del merito l’ebbe proprio Mario Pirazzoli che fu sempre un grande appassionato ed estimatore del rugby francese (rugby alla mano, spumeggiante, “rugby champagne”) e che si adoperò con impegno per portarlo in Italia. Infatti a Parma si giocava alla francese, al contrario, ad esempio, di Rovigo dove il gioco era impostato prevalentemente sulla mischia.
Mario giocò nella Rugby Parma dal 1931 al 1940 come mediano di mischia, centro o ala; in seguito intraprese la carriera di tecnico arrivando ad allenare la Rugby Parma in Serie A, dal 1949 al 1952. Insieme all’altro allenatore, Tonino Franchi, nel 1949/50 portò finalmente i gialloblu a vincere il primo Scudetto al termine di una stagione eccezionale in cui la Rugby Parma prese la testa della classifica a ottobre e, con una marcia trionfale, la tenne sino alla chiusura del campionato.
Dopo quasi venti anni di passione, fatiche e coraggio, il successo segnò il trionfo del rugby di Mario Pirazzoli e di Tonino Franchi: un rugby nuovo, giocato alla mano, aperto, esaltante, un rugby che segnò “la vittoria del gioco sul non gioco … gli applausi accompagnano i gialloblu su tutti i campi della penisola dove si esibiscono”. In quella storica stagione il presidente era Guido Meli Lupi di Soragna e i giocatori erano, salvo omissioni: Lanfranchi, Masci, Percudani, Pisaneschi, Mancini, Andina, Giorgio e Alberto Fornari, Negri, Aiolfi, Belledi, Tedeschi, Del Bono, Rossini, Serra, Lombardi, Bailo, Mazzotti, Ficai, Re, Borelli.
Dopo i successi riportati in qualità di allenatore, nel 1953, sotto la presidenza del grande Giuseppe Banchini, Pirazzoli divenne vice presidente, offrendo un contributo ulteriore a quel meraviglioso periodo della storia gialloblu.
A partire da domenica 11 gennaio 2015, anche la famiglia di Mario Pirazzoli è entrata quindi, a pieno titolo, nel “Club dei Cuori gialloblu”.
Le foto e le informazioni provengono dall’archivio personale di Giuseppe Pirazzoli, figlio di Mario, oltre che dal libro di Piero Saccenti “RUGBY PARMA F.C. – 50 anni di cronaca” e dal libro di Silvio Bocchi “RUGBY PARMA F.C. – 75 anni di cronaca”.