Domenica 4 maggio, in occasione della partita di serie B Rugby Parma Fc 1931 vs Vasari Rugby Arezzo, ultimo incontro ufficiale della stagione 2013/14, il trofeo al miglior giocatore (la terza linea centro Marco Quagliotti) è stato intitolato a Sergio Lanfranchi.
Il leggendario “Braccio”, il miglior giocatore gialloblu di sempre e uno dei più grandi rugbisti italiani di tutti i tempi, fu alla Rugby Parma dal 1946 al 1950. In quegli anni disputò la bellezza di 101 partite, realizzando 26 mete, 8 trasformazioni e 3 calci; per le sue grandi capacità atletiche e tecniche giocò in tutti i ruoli della mischia e a volte anche come trequarti.
Record assoluto, indossò per 15 anni la maglia azzurra, disputando 21 partite – tantissime, considerando che all’epoca la Nazionale giocava 1-2 volte l’anno soltanto – di cui 8 da capitano. Grande combattente e trascinatore, al fisico massiccio e potente che gli consentiva di giocare in qualsiasi ruolo fra gli avanti affiancava capacità tecniche eccellenti e poliedriche, come quelle di calciatore: nel suo carniere azzurro figurano 5 mete, una trasformazione e due calci piazzati.
Nel 1950 il lavoro lo portò in Francia, a Grenoble, dove proseguì l’attività sportiva e dove entrò nella leggenda rugbistica transalpina per aver avuto il merito di far ottenere al Grenoble l’unico Bouclier de Brennus (lo scudetto francese) della sua storia, marcando al 58’ l’unica meta della finale a Toulouse. Era il 23 maggio 1954.
Lanfranchi era stimatissimo in Francia; era considerato, con i piloni del XV di Francia, tra i più forti giocatori del mondo. I giornali d’oltralpe scrivevano di come il più grande pilone francese fosse un italiano e il periodico parigino Miroir du Rugby arrivò a dedicargli un’intera copertina definendolo “il giovane gladiatore italiano”. Ma non solo: il suo nome compare anche sull’Enciclopedia Treccani, alla voce “rugby”, tra i personaggi leggendari del rugby mondiale di tutti i tempi, insieme a Jonah Lomu, Gareth Edwards, David Campese, Jean-Pierre Rives, Serge Blanco…
Antonio Zibana nel suo recente libro “Ricordi di un rugbista” scrive di lui: “Non basterebbe un libro intero per ricordare Sergio Lanfranchi, considerato, quando giocava a Grenoble, il miglior avanti del campionato francese….”. E ancora Silvio Bocchi: “Il più grande giocatore di rugby di Parma. Giocava in qualsiasi ruolo in mischia, forte, scattante, devastante nei placcaggi, ‘unico’ nei rapporti umani, sempre pronto a trascinare con il suo esempio”. Parlando della Rugby Parma, Piero Saccenti afferma che “la squadra è ‘orba’ di Sergio, emigrato a Grenoble… La perdita non è lieve, non solo e tanto per l’eccezionale vigore che Lanfranchi dà alla squadra, quanto per la miticità che lo circonda e accompagna le sue leggendarie imprese sportive, la sua schietta esuberanza, il suo comportamento generosissimo in ogni frangente, la franca e rude lealtà sportiva nei confronti di amici ed avversari, doti tutte che lo hanno portato a divenire il numero ‘uno’ del rugby italiano”.
La sua carriera rugbistica fu di straordinaria durata e proseguì fino all’età di 46 anni. Premiato con l’Ovale d’Oro F.I.R., nel 1968, ricevette le insegne di Cavaliere al merito della Repubblica.
Dopo la sua morte, gli venne dedicato lo Stadio di Viale Piacenza, che divenne così “Stadio Sergio Lanfranchi” fino al 2008 quando questo storico teatro di tante epiche partite, venne demolito per lasciare il posto alla sede opeativa dell’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA).
Nella speranza che in un prossimo futuro venga dedicato a Sergio lo “Stadio XXV Aprile”, la Rugby Parma ha voluto rendere il giusto omaggio alla memoria del suo grande giocatore scomparso da 13 anni e lo ha fatto alla graditissima presenza della moglie e della figlia giunte a Parma appositamente per questo evento e per ricevere il Cap “guadagnato” in carriera da Braccio grazie alle sue presenze in campo con rappresentative ufficiali della Nazionale Italiana. Il Cap, assegnato lo scorso anno, è stato ritirato e inviato alla Rugby Parma dal grande amico Antonio “Totò” Zibana al quale vanno i ringraziamenti da parte della Società. Per l’occasione, tanti gli ospiti illustri dal passato gialloblu e non che si sono uniti al presidente Borri, al responsabile del “Progetto Rugby Parma”, Zagnoni, e all’attuale dirigenza della Società.
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Alcune foto in cui appare Sergio Lanfranchi, tratte quasi tutte dal libro di Silvio Bocchi “RUGBY PARMA F.C. – 75 anni di cronaca” e dal libro di Piero Saccenti “RUGBY PARMA F.C. – 50 anni di cronaca”.
Ecco le immagini della consegna del Cap e del Trofeo (04/05/14):
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Alcuni scatti di Andrea Campanini (Gazzetta di Parma):
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