Visto l’apprezzamento per l’iniziativa di premiare con un trofeo il miglior giocatore in campo nelle partite disputate in casa dalla prima squadra, la Rugby Parma ha deciso di estendere l’iniziativa anche all’under 18 in occasione del derby con l’Amatori Parma che si è disputato domenica 22 dicembre 2013, sul campo Giuseppe Banchini in via Lago Verde.
Questo trofeo (vinto dal trequarti gialloblu Samuele Pelagatti) è stato intitolato a Nicola Veneri, giovane promessa del rugby gialloblu scomparso nell’estate del 1979 a causa di un incidente stradale, quando non aveva ancora compiuto vent’anni.
Nicola aveva iniziato a giocare a rugby nel 1971, a soli dodici anni, insieme al fratello Luca nelle giovanili della Rugby Parma e nell’ultimo periodo era già entrato nella rosa della prima squadra, giocando abitualmente nella formazione under 23. Che fosse schierato terza linea ala o tallonatore, mostrava sempre grande passione, grinta e abilità, soprattutto nei placcaggi. Possedeva indubbie doti sportive e umane e sarebbe con ogni probabilità diventato un bravo giocatore anche di Serie A, ma non ebbe purtroppo il tempo di arrivare a coronare il suo grande sogno rugbistico, cioè quello di indossare la gloriosa maglia gialloblu nel massimo campionato.
Proveniva da una di quelle famiglie parmigiane cresciute a pane e rugby: il fratello Luca aveva iniziato insieme a lui nelle giovanili gialloblu rimanendo poi per molti anni nella Rugby Parma e per qualche anno anche nell’Amatori, mentre il padre Bruno è stato per molto tempo un appassionato e generoso dirigente della Società gialloblu. I Veneri appartengono a quel gruppo di famiglie che, grazie ad una grande passione per il rugby e per la Rugby Parma, costituisce le solide fondamenta della “palla ovale” nella nostra città.
Dopo la scomparsa di Nicola, Bruno e Luca hanno continuato e tuttora continuano a frequentare l’ambiente della Rugby Parma e non fanno mai mancare il proprio sostegno ai colori gialloblu. Ora, anche il nipote Gabriel ha iniziato a giocare nell’under 10 della nostra Società, continuando la bella tradizione rugbistica che, come spesso avviene, si tramanda di padre in figlio, nipote e così via.
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FOTO DI ANDREA SICURI